Intervista a Carlo Tedeschi su Leo scritti, massime e definizioni

Intervista a Carlo Tedeschi su Leo scritti, massime e definizioni

Cari amici, oggi abbiamo il privilegio di addentrarci nell’universo di un’opera straordinaria: “Leo scritti, massime e definizioni dei componenti dell’essere umano”. Un libro che raccoglie il pensiero profondo e la saggezza di Leo Amici, un uomo la cui vita e le cui parole hanno lasciato un’impronta indelebile. Siamo in ottima compagnia del curatore dell’opera, Carlo Tedeschi, testimone privilegiato e custode di un messaggio che, siamo certi, toccherà le corde più intime del nostro essere. Preparatevi a esplorare l’animo umano attraverso gli occhi di un Maestro, tra curiosità, spunti di riflessione e profonde verità.

“Leo scritti, massime e definizioni dei componenti dell’essere umano”, è piuttosto evocativo. Carlo Tedeschi, ci puoi spiegare cosa intende Leo Amici per “componenti dell’essere umano” e come questi vengono esplorati all’interno del volume?
Nasciamo con componenti positivi e negativi. Sappiamo essere buoni ma anche cattivi, generosi ma anche egoisti… è perfezione avere tali componenti positivi e negativi per discernere bene e male. Se sviluppiamo quelli positivi, ci realizziamo nel bene e, non facendo esprimere quelli negativi, essi si esauriscono e si chiudono in quanto non trovano espressione. Perfino nei bimbi si può notare, anche se non potendo ancora riconoscere bene e male e non avendo ancora la libera scelta tra le due “materie”, essi assorbono il positivo o il negativo dei genitori e del mondo che li circonda fino a quando (a 12 anni) i loro componenti si sono tutti completati e potranno scegliere riconoscendo le due “energie”.

Molti scritti di Leo Amici sono stati dettati a Maria in momenti impensati, spesso in mezzo al chiasso, alla confusione e alla frenesia della vita quotidiana. Quanto è stato impegnativo assemblare e dare ordine a questo enorme materiale, e come hai garantito l’autenticità e la fedeltà al pensiero originale di Leo, considerando anche la sua espressione a volte dialettale?
È stato tutto trascritto prima da Maria, poi da Daniela, infine da me, in modo preciso ed esatto. Le sue espressioni non sono state trasformate in quanto, benché dialettali, sono facilmente comprensibili.

Carlo, tu hai dichiarato che ogni cosa che Leo ha svolto, toccato, amato e scritto “contiene una sacralità autentica, intoccabile e inviolabile”, al punto di non voler cambiare nulla dei suoi scritti, se non qualche virgola, a capo o accento. Questo denota una devozione e un rispetto enormi. Puoi descrivere l’emozione o il senso di profonda responsabilità che ha provato nel curare un’opera di tale “sacralità”?
È stato come trovarsi dinanzi la luce e attendere di poterla osservare adeguando la propria vista, sentire il timor di Dio, riempirsi della Sua grazia.

Tra le numerose massime e definizioni, l’amore è descritto come un “alone trasparente molto fine… composto di sei colori: nero, giallo, bianco, rosso, azzurro e celeste”. Potresti approfondire questa singolare e ricca definizione dell’amore e il suo significato nel contesto più ampio del pensiero di Leo Amici?
Siamo circondati da energie, materie, luci, invisibili ai nostri occhi ma concrete, che ci “toccano”. Penso sia importante e determinante “l’invisibile”, il “trascendente” più dell’immanente.

Il libro offre una seria riflessione sull’essenza dell’essere umano. Una delle definizioni più significative è quella dell’”uomo vero”, descritto come “colui che ha scartato tutto il falso dentro di sé, che non tradisce, non mortifica, non mente, non giudica, non è freddo verso il suo prossimo, ma che è leale, amico, compagno, fratello, sincero, giusto”. Quanto è difficile, nel mondo attuale, improntato spesso a compromessi e superficialità, aderire a questi principi così radicali, e in che modo gli scritti di Leo Amici presenti nel volume possono ispirare e guidare il lettore in questo cammino verso l’autenticità?
Non è difficile, al contrario è semplice: basta sceglierlo. La scelta è determinante. Occorrerà poi il tempo per realizzare il tutto, ma la scelta è il primo passo. Se vuoi essere “vero” lo puoi essere subito. Costi quel che costi, lo sei. Sei vero! Uomo e donna veri!

Leo Amici, in uno dei suoi scritti, afferma con forza: “Il destino tuo te lo fai. Solo la morte c’hai segnalata”. Questa visione, che sottolinea una profonda autodeterminazione umana, può apparire audace in un contesto spirituale. Come si concilia questa spinta alla responsabilità individuale nel plasmare la propria vita con la fede in Dio che pervade l’intera opera di Leo, e quale messaggio intende trasmettere al lettore su libertà e predestinazione?
Siamo sempre stati, e lo saremo, liberi di costruire la vita attraverso le nostre scelte pur in un contesto negativo. Volere è potere! Non è audace in un contesto spirituale perché la perfezione ci circonda. Il concetto di natura, il suo concepimento, il concepimento del corpo umano, l’ideazione del suo modello… è tutto perfetto, pur realizzato nel tempo che deteriora e distrugge ogni cosa. Possibile che il susseguirsi delle vite e la loro durata per un giusto fine non sia anch’esso un calcolo di perfezione?

Leo Amici osservava che “L’uomo si sta inasprendo, sta devastando la natura senza mai guardare la perfezione di Dio”. Questa riflessione, risalente a decenni fa, sembra quanto mai attuale. Qual è la lezione più importante che il lettore di oggi può trarre dagli scritti di Leo per affrontare le sfide ecologiche e sociali contemporanee?
Sii te stesso! Conosci te stesso! Conoscendo se stessi, si può conoscere Dio che ci ha modellati a Sua immagine e somiglianza. Come crederlo? Cominciando a sperimentarlo!

Carlo, tu hai amato e ami Leo Amici, tanto da affermare che la sua opera “contiene una sacralità autentica, intoccabile e inviolabile”. C’è un particolare scritto o una massima che ha avuto un impatto più forte sulla tua “crescita personale e che continua a guidarti nel tuo percorso?
Quella dell’Uomo vero e prima di essa quella del Pensiero che «può essere cattivo o buono: l’idea lo compone, la coscienza lo fotografa e la volontà lo decide»…

Carlo, tu sei stato un attore fondamentale nella costituzione della Fondazione Leo Amici, nata per realizzare il progetto del “Lago di Monte Colombo”, un “Piccolo paese fuori dal mondo” fondato sui valori della pace, dell’amore e della fratellanza. Come riesci a bilanciare la custodia del passato, rappresentata dal libro, con la proiezione nel futuro di progetti così concreti e ambiziosi?
Con la fede. La provvidenza è un aspetto reale per chi crede. Si può toccare con mano, la “comunione dei santi” è altrettanto vera… Leo diceva: «quando un uomo tira fuori i suoi valori e li riconosce diventa un ingranaggio vivente. Se invece non li tira fuori e non li riconosce, li soffoca.»

Questo volume, “Leo scritti, massime e definizioni dei componenti dell’essere umano”, fa parte della più ampia “Collana Leo”, che include diari di Maria, di Carlo, di Daniela, testimonianze e altri volumi. Data la tua profonda conoscenza dell’intera opera di Leo Amici, come si inserisce specificamente questo volume – con il suo focus su scritti, massime e definizioni – nel contesto della collana? Cosa aggiunge di unico e complementare rispetto agli altri volumi?
È l’entità di Leo Amici che scrive, la sua essenza… Gli scritti sono il frutto della sua sostanza che è «distillazione di tutte le materie e vita nell’eternità», per come lui affermava. La vita è composta di fatti, di azioni, non di parole ma le nostre parole, ciò che lasciamo scritto sono la sintesi di ciò che siamo veramente. A maggior ragione i suoi che sono esclusivamente dedicati all’essere umano e, anche quando dovessero essere intimi o descrivere un suo stato d’animo, sono sempre intrisi dello stesso motivo che è la sua vita: la missione di riportare Dio tra gli uomini.

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