Intervista a Carlo Tedeschi su Leo risposte

Intervista a Carlo Tedeschi su Leo risposte

Entriamo nelle pagine di “Leo risposte”, un libro che ci accompagna alla scoperta della profonda e atemporale saggezza di Leo Amici. A guidarci in questo percorso è Carlo Tedeschi, testimone diretto della sua vita e curatore del volume, che ha condiviso con lui un’intensa esperienza umana e spirituale. Leggere le sue risposte non è semplice apprendimento, ma un invito a immergersi in una visione esistenziale dove la “libertà” è la parola d’ordine e la ricerca del bene l’unica via da percorrere. Ascoltiamo insieme la voce di un maestro la cui parola, ancora oggi, risuona con una forza straordinaria e commovente.

Leo Amici ha lasciato un’eredità di pensieri e risposte che “risuonano ancora” nella sete di sapere del mondo. Cosa rende questo volume “LEO risposte” particolarmente rilevante o addirittura urgente per il lettore di oggi, a distanza di alcuni decenni dalla scomparsa di Leo Amici?
«Senza la conoscenza si è nessuno!» È vero: occorre ricercare, sapere, conoscere, mai smettere d’essere curiosi in senso buono. «L’intelligenza è una spinta di volere con un pensiero voluto che porta l’uomo a un’ansia di sapere, portandolo a salire una scalinata di ricerche, costruendosi un vocabolo molto ampio» (è una sua massima ed è un componente dell’essere umano).

Uno dei temi centrali nel libro è la distinzione tra bene e male, descritti come “materie distinte che si riconoscono”. Quali indicazioni offre Leo Amici su come affrontare il male nel mondo e in noi stessi? E cosa ne consegue?
«Il male è tutto ciò che procura male al tuo prossimo» scrive Leo Amici e dunque, cercando il bene del nostro prossimo, automaticamente scarteremo quei componenti negativi in noi che lo impedirebbero, scarteremo il male… e il problema sarebbe risolto, non vi pare?

Leo Amici afferma che “quando arriverai alla certezza di Dio potrai realizzare te stesso scartando i punti negativi e valorizzando quelli positivi”. Come si arriva alla certezza di Dio?
Con una ricerca «ragionata», «sentita» attraverso le Sue espressioni (la natura ad esempio ne è colma, ma l’uomo le calpesta perché gli fa comodo), «toccata con mano» attraverso le Sue evidenze.

Carlo, ti va di raccontarci come è stato il processo di selezione e organizzazione di un materiale così vasto e profondo, e quali sono state le sfide nel mantenere la “voce” di Leo Amici accessibile a tutti?
L’ho selezionato scegliendone una piccola parte: quella che si diversificava per argomento, l’ho fatto anche per il volume “Leo testimonianze”. Anche questo è stata una sfida: la ricerca di materiale (diari, appunti e quant’altro…) che potessero non solo tramandare nel mondo le sue risposte ma esserne prova di veridicità. Io stesso comunque ero presente alle sue risposte degli anni in cui ho selezionato il materiale.

Leo Amici definiva la sua “missione” come un’opera assillante al servizio di Dio, con lo scopo di “portare Dio tra gli uomini” e trasformare la società. In che modo tale missione si concretizza oggi nell’organizzazione e nell’azione? E quali sono i principi fondanti e gli atteggiamenti spirituali e pratici che ne guidano lo sviluppo?
L’organizzazione e la gestione di ogni struttura (al Lago di Monte Colombo e nelle sedi più lontane) è affidata all’Associazione Umanitaria Dare che è il braccio operativo della Fondazione Leo Amici.
Gli utili che ricava dalla gestione delle strutture sono utilizzati per le opere umanitarie. Le azioni, le iniziative culturali, sociali, sportive, artistiche, il soccorso al prossimo, le missioni in Africa, le borse di studio per i ragazzi, la loro cura, la loro educazione sono tutte basate sui valori della pace, dell’amore e della fratellanza, anche attraverso i canoni ecclesiastici.

Parlaci di un “fatto” concreto lasciato all’umanità, fondato sui valori di pace, amore e fratellanza, concretizzato in strutture e attività: il “Piccolo paese fuori dal mondo” presso il lago di Monte Colombo, nell’entroterra riminese.
Ne ho già parlato rispondendo ad altre domande per commentare altri miei libri quindi ne riporto i riferimenti per una visione in rete (www.lagodimontecolombo.it), ma aggiungo che il piccolo paese del Lago di Monte Colombo e le sedi sono ricche dell’amore che ha lasciato Leo in quanto, anche scientificamente parlando, tutto è energia che resta e che nessuno può sgretolare in quanto in natura «nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma» e materia ed energia sono praticamente la stessa cosa (Lavoisier – Einstein).
Dunque si avverte che c’è, agisce ancora oggi.
È viva, palpitante. Tocca e avvolge. È a disposizione.
Le sedi cui mi riferivo sono”Il giardino di Maria” – Colledoro di Castelli (TE), il “Borgo della Speranza” – Ulignano di Volterra (PI), la “Casa del Ponte” – Santa Caterina (CL), la “Casa del Ticino” – Cadenazzo – Lugano in Svizzera, la “Domus Rosarum – Assisi (PG), la “Casa dell’Arte” – Mattinata (FG) e il “Convento” – Santa margherita Ligure (GE).

Quali dinamiche hanno portato l’opinione pubblica a fraintendere, o addirittura a interpretare in modo negativo, la figura di Leo Amici e l’opera da lui promossa? E soprattutto, come sono state superate o corrette tali percezioni distorte?
Oggi tutto è superato ma allora, come del resto oggi, il nuovo fa paura, è guardato come il “diverso” da sé.
E pensare che noi stessi siamo ben diversi sia nella parte fisica che in quella morale, dal neonato, al bambino, all’adolescente e l’adulto.
Dovremmo spaventarci per i nostri cambiamenti o di quelli del prossimo, ma tutto accade in modo naturale, lo percepiamo come “lento”, benché sia veloce (solo 9 mesi per formare una nuova vita!). «È una facciata alla finestra», diceva Leo Amici, la nostra esistenza!
Oggi è come se il tempo, le nuove scoperte scientifiche, l’evoluzione del pensiero dell’essere umano dessero ragione a quell’uomo semplice, benevolo, mite (era arrivato solo alla terza elementare) che non aveva timore a rispondere con ciò che in lui viveva con una naturalezza sconcertante anche oggi, figuriamoci 50-60 anni fa!

Come è riuscito Leo, un uomo con un percorso formativo così umile – soltanto tre anni di scuola elementare, con un passato da minatore e commerciante – a muoversi con tanta naturalezza, competenza e autorevolezza tanto nell’infinitamente piccolo quanto nell’infinitamente grande?
Lui diceva: se tu mi devi parlare di casa tua ti è semplice, no?

La postfazione di Antonella Di Muoio suggerisce una sorprendente risonanza tra alcune affermazioni di Leo Amici e scoperte scientifiche più recenti, come nel caso dei buchi neri o del vuoto permeato da energia. Come questa convergenza tra intuizione e scienza può stimolare i lettori a una ricerca della verità più ampia, che integri diverse dimensioni del sapere?
Lo stimolo della lettura o della ricerca personale è in noi, nel nostro essere, nella nostra natura, se non calpestiamo tali caratteristiche con la fretta della vita di oggi, le sofisticazioni, il rancore, l’odio.
È tutto male che ci impedisce di capire noi stessi e la nostra logica interiore che sono ben diversi dalle nostre azioni negative e che, nel rispetto di noi stessi, diventerebbero positive.
Il male, se accolto, è una forza di energia che ci spinge alla distruzione di noi stessi, del prossimo, di ciò che sta attorno a noi…
Il bene della nostra intima natura costruisce, nel tempo, l’essere… non “il fare”, non “l’avere”.

Nel volume “Leo, diari di Daniela”, sempre nella collana dedicata a Leo, hai già dedicato ampio spazio alla figura di Daniela. E ora hai scelto di arricchire “Leo risposte” con una sua prefazione. Qual è il motivo di questa scelta? Cosa rappresenta per te e per il senso di questo volume la sua voce in apertura?
Daniela potrebbe essere considerata l’emblema della gioventù femminile, poi della donna adulta: apre le porte al pensiero di Leo perché ne ammira la natura certa della sua veridicità. È come fosse la “voce” di ognuno di noi che si spoglia delle sovrastrutture per analizzare con una provetta pulita e scoprire la natura divina di ogni cosa che ci ruota attorno.

Nel libro vengono presentate centinaia e centinaia di domande e relative risposte, molte delle quali riescono a parlare direttamente alla nostra esistenza. È chiaro, però, che non può essere un testo esaustivo. E allora, cosa può fare un lettore che, pur cercando, non trova nel libro la risposta a una domanda profonda che sente dentro di sé?
Sono sempre a disposizione…
Il carisma di Leo mi è stato trasmesso, l’ho chiesto, l’ho desiderato, voluto.
Tutto parte dall’Alto e arriva fino a noi.
Io metto tutto me stesso a disposizione.

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