Intervista a Clambagio

Intervista a Clambagio

Clambagio, tramite le edizioni Giovane Holden, ha pubblicato (anche in ebook) la sua quinta opera intitolata “Scandalo in Val Gardena – Nessuno resterà impunito”. Un romanzo avvincente, dallo stile dinamico, caratterizzato da un intreccio sapiente con rapidi cambi di scena e dialoghi ritmati dalla resa filmica. Una lettura profonda che oltrepassa i confini del romanzo d’azione per approdare nei territori di un componimento narrativo psico/filosofico.

Clambagio, ci aiuti ad entrare nella storia che ha scritto: dove è ambientata?
La storia è ambientata in due posti diversi: uno è quello di Santa Cristina in Val Gardena, laddove comincia e finisce il romanzo, l’altro è Firenze.

Chi sono i protagonisti e i personaggi più importanti del romanzo?
Diversi protagonisti si alternano nel mio romanzo, che è composto da quattro parti ben definite. L’iniziale protagonista è Katharina, eroina storica e simbolo di una condizione umana di vittima sacrificale femminile degli anni Cinquanta, che però muore ed esce di scena nella prima parte del romanzo, dopo pochi capitoli.  Suo figlio Leonardo, rimasto orfano a pochi mesi, diventerà sostanzialmente il vero protagonista all’età di 30 anni, quando entra in scena a partire dalla terza parte del romanzo e vi resterà fino alla fine. Sarà lui il mattatore del romanzo, colui che dopo tre decenni vendicherà sua madre. Poi ci sono altri personaggi comprimari fondamentali, che “accendono” il racconto.

Ora che abbiamo posizionato i pezzi sulla scacchiera, diamo loro vita: cosa succede?
Al rampollo trentenne fiorentino Leonardo, figlio unico di una delle famiglie più ricche d’Italia, il padre sul letto di morte rivela che è un figlio adottivo che proviene da un piccolo paese delle Dolomiti. Leonardo è sconvolto da questa notizia, tanto più quando viene a sapere che sua madre, Katharina Perathoner, una giovane gardenese, avendolo messo al mondo come figlio illegittimo, viene tradita, oltraggiata, ripudiata dalla famiglia e dalla comunità e infine muore in un incidente dai risvolti inquietanti e mai chiariti. Lui, piccolo orfano di pochi mesi, abbandonato da tutti a un crudele destino, solo grazie a una concatenazione di eventi fortuiti viene adottato dalla famiglia Fiaccobaldi Vieri di Firenze, che lo salva da morte certa.
Grazie al suo potere economico e alle conoscenze in alto loco, Leonardo vendica la memoria di sua madre e la crudeltà e l’indifferenza criminale degli abitanti di S. Cristina in Val Gardena, imbastendo con maestria una feroce trama di atti punitivi che dopo tre decenni si abbatte sugli attori di allora: il sindaco, il prete, il presunto padre, i familiari e gli altri protagonisti coinvolti nella sua drammatica origine, gettandoli in disgrazia.

Che cosa succede e come si comporta Leonardo nel momento in cui viene a sapere la verità sul suo passato?
È sconvolto da questa rivelazione. È incredulo, disorientato. Fa fatica a metabolizzare questa realtà.  Si infuria quando viene a sapere com’è stata trattata sua madre dalla sua famiglia e dalla comunità quando lo ha messo al mondo. È allora che scatta in lui la molla della vendetta.

Quali sono i temi trattati e in che modo vengono affrontati?
Il romanzo d’azione affronta in chiave psicologica i temi dell’adozione, del destino, della vendetta, della grettezza e avidità umana e in chiave sociologica la condizione femminile negli anni Cinquanta; temi che vengono osservati da più angolazioni dai vari protagonisti grazie ai loro dialoghi e commenti.

I giornali, parlando di questo romanzo, hanno sollevato questi interrogativi: “Cosa prevale nel carattere di una persona, l’influenza genetica o quella ambientale-educativa? E ancora: esiste il libero arbitrio oppure è il destino a decidere per noi?”. Lei come risponderebbe?
In questo caso rispondo come Leonardo, il protagonista del romanzo: il patrimonio genetico è sicuramente importante, ma determinanti sono i modelli educativi, insieme ai fattori sociali e ambientali in cui si cresce. Per me resta fondamentale il secondo aspetto, che prevale sul primo.

Qual è il personaggio del libro in cui si identifica di più e perché?
In realtà io fatico a immedesimarmi o identificarmi nei personaggi dei miei romanzi. I miei personaggi un giorno nascono nella mia mente, così, all’improvviso, senza motivo. Io li faccio nascere, crescere, a volte morire.  Narro la loro storia, che il più delle volte resta incompiuta.

Questo è il suo quinto romanzo, ci vuole dare un accenno dei precedenti libri?
I miei precedenti romanzi, come peraltro questo, sono romanzi d’azione che tuttavia affrontano diversi temi esistenziali che vengono trattati grazie ai numerosi dialoghi tra i vari protagonisti, svolti in maniera scenica, com’è il mio stile. Uno dei temi principali, presenti nei miei romanzi, è quello del destino, dell’impotenza umana di affrontare fatti e situazioni che esulano dalla sua volontà e dalla sua comprensione.

Chi è Clambagio? Cosa fa nella vita e quali sono le sue passioni?
Clambagio è il mio pseudonimo. Sono un imprenditore bolzanino, da poco in pensione, anche se lavoro ancora part-time. Il mondo della cultura e dell’arte mi ha sempre affascinato. Nel mio tempo libero, oltre a dedicarmi a sane attività sportive, (seguendo la locuzione latina “mens sana in corpore sano”) mi dedico alla lettura, agli studi, alla musica, al gioco degli scacchi e ovviamente alla scrittura, che resta la mia passione principale.

Condividi la pagina su

Condividi la pagina su