“La casa gialla” di Marta Brioschi, pubblicato da Mosaico Edizioni, è un giallo avvincente e intrigante dedicato ai numerosissimi fan delle serie TV coreane. Arrivati nel nostro Paese alla fine degli anni Novanta, i k-drama sono divenuti così popolari che alcune case di produzione coreane hanno persino ambientato alcune scene in Italia. Il libro, naturalmente, non è destinato soltanto agli appassionati del genere ma possiede tutte le qualità e le caratteristiche per farsi apprezzare da un pubblico più ampio. Ne parliamo con l’autrice, che ringraziamo.
Marta Brioschi, il libro si ispira dichiaratamente ai drama coreani. Anzi, è il primo romanzo italiano a farlo. Cosa sono i drama coreani e come nasce la sua passione?
Si tratta di serie TV made in Corea del Sud. A differenza delle serie Statunitensi e delle Novelas Latinoamericane, si compongono di poche puntate, di norma 16 o al massimo una ventina e di una stagione sola. Dico, “di norma” perché naturalmente esistono eccezioni. Fino a poco tempo fa, nel mondo occidentale avevano un pubblico di nicchia, ma grazie a recenti fenomeni come Mr. Sunshine e Squid Game, prodotti da Netflix negli ultimi due anni, si stanno confermando un prodotto dalle enormi potenzialità che sta conquistando fette di mercato sempre più ampie, tanto che anche Disney e AppleTV si stanno cimentando nello stesso campo. I drama si dividono in due categorie principali: contemporanei e storici. All’interno di queste macrocategorie troviamo tutti i possibili sottogeneri, dal romance all’horror, ma spesso in una stessa serie ci possono essere contaminazioni diverse. Le ragioni dell’enorme successo planetario di questa nuova (per l’Europa) serialità sono molteplici e ne citerò solo un paio, quelle che vengono notate per prime e che agganciano rapidamente l’attenzione dei neofiti, nonostante la maggior parte delle serie disponibili non siano doppiate e quindi sia necessario superare lo scoglio dei sottotitoli. I protagonisti sono generalmente molto belli; ambientazioni e costumi sono curatissimi; la violenza è ridotta al minimo e non esistono scene di sesso esplicito. Con il tempo, si impara ad apprezzare la complessità dei personaggi, sempre multidimensionali, e le capacità recitative con cui gli attori riescono ad esprimere le mille sfumature delle emozioni persino nella fissità dei primissimi piani, e infine la rappresentazione di un universo, in cui, diversamente da quello di stampo americano, non si dividono semplicisticamente gli esseri umani in buoni e cattivi.
Per il protagonista di questo giallo si è ispirata all’attore sudcoreano Jang Keun Suk. Ci vuol dire qualcosa di più su questa scelta?
Jang Keun Suk è il protagonista del secondo drama che ho visto, “Mary stayed out all night” (Mary è stata fuori tutta notte) e il personaggio che interpreta è stata la principale fonte di ispirazione per il mio Son-Jun, che avevo abbozzato già qualche tempo prima. Tra tutti i personaggi di drama che ho visto negli ultimi quattro anni, solo lui poteva infatti essere credibile nei panni di un mezzosangue ribelle, vanitoso e con una faccia da schiaffi come la sua. E infatti, nel panorama degli artisti coreani, Jang Keun Suk è abbastanza un unicum e per questo spesso osteggiato dallo star system coreano per certi suoi atteggiamenti ritenuti troppo indipendenti e arroganti.
A chi volesse vedere uno dei suoi drama (che purtroppo non sono facili da trovare), suggerisco di guardare “You’re Beautiful”, disponibile su Netflix. Anche se ormai è datato, resta un classico. Genere: commedia musicale (lui è anche un bravissimo cantante).
Ci racconta brevemente la trama del libro?
Mae Son-Jun, o meglio Jean, come preferisce essere chiamato, è un trentenne autore di gialli franco-coreano che decide di abbandonare la casa in cui è cresciuto con il padre e un fratellastro, per andare a cercare la madre scomparsa all’improvviso quando lui era solo un bambino. Ad aiutarlo nelle sue ricerche c’è inizialmente solo una foto, che lo indirizza in Francia. Qui troverà nuove tracce che lo portano in Italia, dove si ferma presso un B&B proprietà della famiglia Nocenti, che gli offre alloggio in cambio di qualche lavoretto. A Villa delle Rose, le ricerche sembrano interrompersi, nonostante l’aiuto di due ragazze, Chantal, una studentessa francese, e Angelica, la figlia del proprietario della Villa. Inoltre, alcune morti misteriose impediscono a Son-Jun di continuare le ricerche e lo spingono a indagare in nuove direzioni, fino a scoperchiare un vero e proprio vaso di Pandora e da questo momento in poi, nulla nelle vite dei personaggi, incluso il protagonista, sarà più come prima.
Oltre al protagonista Jean, le altre figure – coprotagonisti e comparse – sono molto ben costruite. Come sono nati questi personaggi?
Principalmente dalla frequentazione di persone reali, scelte nella cerchia familiare e tra le mie amicizie, ma anche incontrate nei miei tanti viaggi. Di base, scrivo sempre di cose che conosco e ho vissuto in prima persona o estrapolo da racconti che ho ascoltato. Annoto tutto nel mio archivio mentale. Poi gli elementi si mescolano, creano associazioni con archetipi universali producendo qualcosa di originale e complesso, e infine danno origine a personaggi originali, con una personalità definita. Come avrete intuito a questo punto, mi ispirano anche i testi di psicologia che amo leggere, specialmente quelli di stampo Junghiano.
Il libro, a parte le scene iniziali a Parigi e finali a Gangnam, è ambientato nella campagna toscana: osterie, ville, viali di cipressi, borghi medievali e mercatini dell’antiquariato. È una scelta casuale o c’è un motivo specifico?
No, non è casuale. Sapevo che il mio libro avrebbe avuto una forte componente romance e per me non c’è posto più romantico al mondo di quei luoghi, che frequento da quando ero piccola.
A parte le fattezze orientali del protagonista, quali elementi del libro richiamano la cultura coreana?
Il cibo (cito diverse ricette ricette tipiche), alcune espressioni linguistiche molto care agli appassionati dei drama, alcune tradizioni e naturalmente la spiritualità che faccio intravedere qua è là. Ma anche il tipo di società molto legata al passato, al culto degli anziani e degli avi, con una struttura fortemente gerarchica e patriarcale. Non ne faccio un trattato, ovviamente, solo accenni per stimolare approfondimenti.
Il libro ha ottenuto dei premi o è stato finalista in qualche concorso letterario?
Ho pubblicato a maggio 2022 e per ora sono solo stata selezionata tra i partecipanti di Casa Sanremo Writers, che avrà luogo dal 6 all’11 febbraio 2023, in contemporanea al Festival. E’ attualmente in corso la partecipazione a cinque concorsi letterari il cui esito si conoscerà l’anno prossimo e spero ovviamente ne esca qualcosa, anche se per me è già un onore che il mio libro sia arrivato sui tavoli delle giurie.
Quali sono gli scrittori italiani o stranieri che legge o che l’hanno influenzata?
Tra gli italiani, metto in primis Italo Calvino ed Elsa Morante. E tra gli stranieri, sicuramente Mark Twain, J.K.Jerome, P.G.Wodehouse, Agatha Christie, Oscar Wilde, Edgar Allan Poe, Jane Austen, Gabriel Garcia Marquez, Marguerite Yourcenar, George Simenon, perché ho letto tutte le loro opere, rigorosamente in lingua originale.
Ci parli un po’ di lei. Chi è? Che lavoro fa e quali sono i suoi hobby?
Chi sono, non l’ho ancora ben capito, probabilmente ancora un work in progress. Nella vita faccio la mamma di tre creature fantastiche (nel senso che a volte non mi sembrano esattamente calati in questo mondo) di 24, 20 e 16 anni. Due di loro vivono all’estero e uno si trasferirà a breve. Siamo una famiglia nomade di seconda generazione. Lavoro nell’azienda di famiglia (sì proprio come gli “chaebol” dei drama coreani, ma in formato ridotto, i loro sono imperi economici!) e ora scrivo libri. Amo leggere, andare a teatro, ascoltare musica (anche mentre leggo e scrivo) e cucinare.
Sappiamo che è già al lavoro per il secondo romanzo. Ci vuole anticipare qualcosa?
Il secondo romanzo è già uscito dalle mie mani ed è in fase di editing. Vi do un’anticipazione: sarà pubblicato il giorno del Blue Monday il prossimo gennaio. Non c’è cosa migliore di un buon libro per tirarsi su il morale!
Si tratta di una nuova avventura per Jean, che questa volta si trova in Inghilterra, dove ha deciso di ambientare il suo nuovo romanzo “L’assassino è il maggiordomo”, ma resta invece invischiato nella morte di una misteriosa ragazza. Il titolo è: Il Gioco delle Ombre e se il primo romanzo è stato classificato Giallo/Rosa, quest’ultimo si tinge invece delle sfumature del Thriller.
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