È uscito nelle librerie (fisiche e online) il nuovo romanzo di Lucio Gatto. Al centro di una vicenda ricca di colpi di scena e suspense vi è una donna dolcemente complicata: Viola. Entriamo dentro il libro facendoci accompagnare dall’autore.
Lucio Gatto, da dove nasce l’idea di questo libro?
Da alcuni fatti di cronaca che mi hanno dato l’idea di un possibile racconto.
A quale genere letterario può ascriversi?
Romanzo sicuramente, le vicende in cui sono immersi i protagonisti si possono ricondurre a quel genere letterario. Ha pure marcati elementi del giallo: rapimento, ricerca del rapito, serial killer, soluzione del caso; colpo di scena finale.
Può riassumere in poche righe la trama?
Il racconto ha come protagonista una giovane donna che cerca la propria collocazione nel mondo lottando tra le difficoltà del vivere quotidiano. L’incontro doloroso e inaspettato con Guido cambia in meglio il corso delle cose. Ma quando tutto sembrava procedere con il vento in poppa, il destino, cui piace complicare l’esistenza delle persone, metterà Viola di fronte ad un bivio. Un breve soggiorno a Barcellona per l’addio al nubilato, l’incontro con Filippo, un giovane professore che l’aveva aiutata a redigere la tesi di laurea, e l’esito di una serata romantica, la indirizzerà su una strada che la condurrà a scontrarsi con una serie di ostacoli e a doverli superare. Ma quando si frapporrà un intralcio insormontabile: il rapimento della figlia ad opera del marito, misteriose esplosioni che causeranno l’inabissamento di natanti nel mar Ligure ad opera di un serial Killer, una tragica realtà a cui condurranno le indagini, stravolgerà la sua giovane esistenza. Ma l’alternarsi dei giorni, degli anni, proprio quando tutto sembrava seppellito sotto cumoli di scorie lasciate dal trascorrere del tempo, il Fato calerà la sua carta la quale sconvolgerà di nuovo le esistenze dei protagonisti di questo romanzo.
La storia narrata è al limite dell’inverosimile. Ma Pirandello ci ha insegnato che la realtà supera la fantasia. È anche così nel suo caso, nel senso che si è ispirato a fatti di cronaca o a vicende realmente accadute?
Amo il paradosso pirandelliano .., uno dei più cari e significanti sul quale mi sono trovato a discutere con i miei studenti, fa riferimento al personaggio di Marta, L’ Esclusa, il primo romanzo pubblicato da Pirandello. Marta viene accusata ingiustamente dal marito per aver tenuto un rapporto epistolare con un ammiratore e per questo cacciata di casa. Quando la vita la metterà involontariamente sulla strada del vecchio ammiratore e ne diverrà l’amante, a quel punto il marito resosi conto finalmente della sua onestà, pentito la accoglie in casa. Quindi amando Pirandello spesso ricorro al paradosso e in questo romanzo ne faccio uso; ma ho tratto ispirazione dalla cronaca.
Il libro si conclude in maniera inaspettata: due amanti che scoprono d’essere fratello e sorella. Qual è il messaggio che vuole consegnare ai lettori?
Che l’amore ha la capacità intrinseca di stravolgere la realtà, di eluderla, ammesso di trovarci al cospetto del vero amore. L’amore può addirittura scardinare i luoghi comuni, fabbricandone perfino di nuovi. Una volta incontrato e riconosciuto va difeso, protetto avendo cura dell’amato giorno dopo giorno.
La protagonista Viola è una figura di grande fascino che entra subito nel cuore dei lettori. Perché, secondo lei?
Non saprei dare una risposta esaustiva, ma non volendo eludere la domanda dirò che, fin dalla prima volta che l’ho incontrata nella mente raffigurandomela, Viola doveva rappresentare una delle innumerevoli giovani donne che cercano di affermarsi nella vita facendo ricorso alle proprie capacita, tralasciando qualsiasi ricorso a scorciatoie e a mezzucci vari. Incarna l’onestà, possiede un candore innato, uno sguardo stupito e benevolo e con quello osserva i mali che affliggono l’umanità.
I libri e gli scrittori che le hanno insegnato di più?
Sicuramente i classici: Dante, Petrarca, Boccaccio. I romantici: Foscolo, Leopardi, Manzoni, le avanguardie letterarie del 900; il già citato Pirandello, Svevo, D’ Annunzio, Gadda, Calvino, Dostoevskij.
Ci parli un po’ di lei, il suo lavoro, la vita privata, gli hobby e il tempo libero.
Conduco una esistenza contrassegnata dal portare a termine piccole incombenze quotidiane; leggo immancabilmente un quotidiano, m’incazzo con me stesso per aver perso tempo nell’ascoltare per alcuni minuti demenziali discorsi rilasciati dagli ospiti dei Talk televisivi, provvedendo a dei rapidissimi zapping. Trovo consolazione nella lettura sul far della sera che mi accompagna al buio della notte.
Ci descriva dove nascono i suoi libri: lo scrittoio, la libreria, quanto tempo dedica alla scrittura e alle attività connesse (rilettura, revisione), le ore del giorno e i luoghi più propizi all’ispirazione.
Le ispirazioni nascono quasi sempre in macchina, amo guidare e viaggiare. Per quanto concerne la revisione dei miei scritti, non essendo mai soddisfatto di ciò che ho scritto il giorno prima, torno indietro ed elimino sostantivi, aggettivi aggiungendone o immettendone di nuovi. Per questo mio procedere somiglio al Petrarca, impiegò svariati anni nella stesura del Canzoniere. La libreria è quella di un ex insegnante di lettere, quindi … E la scrivania è affollata di fogli, libri che stazionano impilati ai lati e ai tre computer al centro.
Quali sono i suoi prossimi progetti editoriali? Può anticiparci qualcosa?
Ho iniziato una rivisitazione storica del 68 e dei mitici anni Settanta che mi ha visto protagonista di quel tempo, corredata da racconti di vita vissuta. Attualmente la mia attività di nonno mi ha bloccato, spero di ripartire al più presto.
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