- Rassegna Stampa
Amanda, alta, affascinante, amava ammaestrare allodole.
Attendeva ansiosa, all’alba, arrivo alate.
Allodole ascoltavano attente, abbinando attenzione ad allegria.
Adolfo, astioso, arrivava acquattato, ascoltando adirato.
Avanzava allora agitando armi, adducendo appigli.
Allodole abbandonavano area.
Amanda, agitata, aggrediva Adolfo, aguzzino arrogante.
Aiuto! Ahia! Ahimè! Anelava Adolfo angosciato.
Un raggio di sole fende la nebbia mattutina e attraverso i vetri opachi, illumina la stanza. Sul tavolo di mogano riposano in letargo un diluvio di cianfrusaglie: penne, matite, temperalapis, gomme, CD, riviste, quaderni e piccole calcolatrici. In un angolo, discosto, c’è un grosso vocabolario di un verde scolorito, i bordi logori e sciupati, aperto alla lettera R. Un angolo del dorso è staccato, segno di frequente, annoso utilizzo.
Una folata di vento entra dalla finestra aperta e sfoglia per brevi attimi i vecchi fogli ingialliti. Il vocabolario ora è aperto in una pagina della lettera S.
Qualcosa prende forma, si muove, parla.
«Secondo me non c’è nessuno. Tentiamo.»
«Ho paura. E se all’improvviso tornasse qualcuno e ci trovasse in giro per casa?»
«Chi vuoi che venga? Hai visto anche tu: hanno preparato tanti bagagli. Sicuramente staranno via diversi giorni.»
«Va bene. Proviamo. Ti avverto però: al primo segnale di pericolo torniamo subito indietro. Ora vai!»
Un piccolo essere con cappellino e sacca sulle spalle esce con fare circospetto e guardingo dalle pagine del dizionario e con un gran balzo atterra sul pavimento.
«È bellissimo! Saggio! Saggio!»
«Non urlare, non c’è bisogno. Ti sento benissimo. Dimmi, piuttosto: cosa vedi?»
«Vedo le parole… realizzate negli oggetti!»
«C’è qualche pericolo? Posso uscire anch’io?»
«Sembra tutto immoto, apparentemente innocuo. Dai Saggio! Esci anche tu.»
Prudentemente, un altro piccolo essere fa capolino tra le pagine stampate e con un guizzo raggiunge il compagno dietro la gamba del tavolo.
«Bravo Spia! Hai scelto un ottimo nascondiglio. Da qui potremo osservare senza essere visti.»
«È un luogo magnifico. Come avranno fatto a realizzare in pratica tutto ciò che c’è in teoria?» chiede Spia guardandosi attorno stupefatto.
«Non ne ho la più pallida idea. Una cosa è certa: sono stati bravissimi» replica Saggio sbirciando dal suo angolino segreto.
«Andiamo a perlustrare la stanza. Sono curioso» incalza Spia.
Un cenno di diniego appare sul volto di Saggio il quale, a ragion veduta dice: «Forse è meglio chiamare prima gli altri. Non si sa mai. Nel caso ci fosse bisogno d’aiuto.»
«Sempre assennato tu. Sei proprio una barba» commenta Spia alzando gli occhi al cielo.
«Chi è assennato non è mai certo di nulla» replica Saggio.
«Io per definizione osservo il più possibile per poter poi riferire a chi di dovere», prosegue Spia, «perciò non ho nessuna intenzione di perdere tempo in chiacchiere vane e lunghe attese: vado, vedo e riferisco» ribatte scontroso.
«Allora faremo così: tu andrai in avanscoperta ed io tornerò indietro ad avvertire gli altri. Ci ritroveremo in questo punto tra mezz’oretta circa.»
«Va bene. A dopo. Avanti tutta!» e così dicendo Spia se ne va furtivamente alla chetichella.
Saggio, risalito sul tavolo, torna tra le pagine del vocabolario, esattamente alla lettera B.
Conchita Tironi è nata a Carbonia, vive a Quartu S. Elena (CA) e lavora nello studio di un commercialista. E’ sposata, ha una figlia e ha praticato per tanti anni la pallacanestro ad alti livelli. Ora la insegna agli altri. si diletta a scrivere poesie e racconti, alcuni pubblicati nelle antologie di Giulio Perrone Editore.
Calepino è il suo primo romanzo.
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