Tutta la vicenda ruota attorno ad avvenimenti fantascientifici che si succedono e sviluppano in uno “Stato Fantasma” sorto, quasi una ventina di anni fa in Centro-Africa.
Un vecchio Boeing 747 con 145 persone a bordo, proveniente da Kinshasa e diretto a Maputo in Mozambico scompare da tutti i punti di controllo radar nella zona sita all’incrocio di tre stati africani; nella specifica identificata nel lato estremo sud della Repubblica Democratica del Congo (CDR), punto estremo est dell’Angola e quello nord dello Zambia. Questo avviene quando l’aereo si trova a percorrere la tratta del corridoio aereo che da Dilolo prosegue per Kolwezi, Likasi e Lubumbashi.
Sotto questo percorso scorre il fiume Lualaba che poi, in terreno congolese e con tutti i suoi affluenti, diventa il maestoso fiume Congo. Il “punto geografico” al momento della scomparsa dagli schermi radar è esattamente di: 11° 39’ 39” latitudine Sud e 24° 28’ 45” longitudine Est.
L’aereo viene per così dire “catturato” e fatto atterrare su una pista appartenente ad uno stato inesistente, fantasma. Difatti a quella specie di altopiano geografico appartenente ai tre stati africani confinanti è attribuita una geografia fatta unicamente di foreste e di savane. Unici piccoli centri abitati sono Caianda al confine angolano, Kalene Hill a quello dello Zambia e Mutshatsha nel CDR.
Il Boeing viene fatto atterrare forzosamente in questo stranissimo stato fantasma i cui confini sono delimitati da un enorme capello elettromagnetico capace di interdire qualsiasi attività si effettui all’interno dello stesso o nel proprio spazio aereo. Ecco perché il “contenuto” dello stato del Benday risulta, al mondo esterno, assolutamente inesistente. E qualsiasi mezzo aereo più nello specifico, raramente altri mezzi terrestri particolari per detta zona, che transitino entro tale protezione di questo cappello, magari per una banale correzione di rotta di qualche frazione di secondo viene letteralmente catturato. Più semplicemente i comandi del mezzo sono bloccati e, qualcuno dall’esterno riesce a impossessarsi dell’aeromobile che fa scendere sull’unica pista esistente all’interno di questo stato. Tutti i passeggeri compreso l’equipaggio coi suoi comandanti vengono fatti prigionieri. Sarà loro dichiarato di doversi considerare tali per aver violato lo spazio aereo di quell’inesistente stato. Seguiranno visite strane a tutti indistintamente, mentre dopo qualche giorno saranno rilasciati quasi al completo meno una diecina di passeggeri che trattenuti saranno dichiarati cittadini del Benday. L’aereo quindi è restituito dopo due giorni e viene fatto ripartire per la sua rotta iniziale su Maputo. In realtà scenderà a Lubumbashi per i controlli di rito ma soprattutto dopo un accaduto del genere che sarà immediatamente denunciato al mondo intero. Come sempre in questi casi i primi a muoversi sono tutti i servizi d’Intelligence mondiali, in special modo la CIA che già in zona possiede una base operativa molto efficiente.
E appunto, questo responsabile della base CIA di Lubumbashi farà leva sulle confessioni di un loro agente riuscito a fuggire dal Benday e si adopererà per muovere un’ azione in grande coinvolgendo a supporto di questa, tutte e quattro le armi americane precedute da corpi speciali Delta Force, Seals, Ranger e dai SAS inglesi.
L’agente Carol Stewart della sub sezione di Houston, supportata da tre squadre speciali di Delta Force fornite da Fort Bragg, s’infiltrerà nel Benday col preciso compito di distruggere in primis il capello protettivo, quindi recuperare l’eventuale principio su cui si basa, ma soprattutto, indagare su numerose attività, peraltro tutte illecite e a totale danno dell’umanità, esperite all’interno dello stato stesso.
La missione sarà chiamata: «Operazione Tambo» e ne seguirà il più fedelmente possibile il suo protocollo. L’agente Stewart, una volta entrata in quello stato si dovrà appropriare dell’ampia documentazione che permetta al mondo intero attraverso i suoi organismi più rappresentativi: ONU, tribunali speciali, ecc. denunciare quello stato come “stato canaglia” con tutte le conseguenze che ne può e dovrà soprattutto produrre questa denuncia.
L’agente Carol Stewart riuscirà a intrudersi attraverso quel cappello magnetico di protezione. Una volta entrata e con uno stratagemma esserne anche accettata riuscirà a tessere la sua tela. Questa sarà composta d’intrighi, analisi, collaborazioni che dall’interno e guidati dalla stessa Carol permetteranno l’invasione e la distruzione di questo microscopico e ricchissimo, ma altrettanto temibile stato africano. Tra l’altro, a darle man forte, troverà all’interno delle collaborazioni di ex-agenti o stessi dipendenti in cattività presso questo stato fantasma. In circostanze misteriose, troverà pure una vecchia conoscenza con la quale collaborò, con successo, in una precedente missione.
In rapida successione si allarmeranno quasi tutte le forze americane. Alla portaerei USS Harry Truman che incrocia in acque internazionali nel Golfo di Guinea, farà capo tutta la parte operativa d’invasione. Sulla portaerei troveranno posto squadroni di Delta Force, di Seals, di Ranger (berretti verdi) e il primo reggimento dei SAS britannici che, in stand-by, saranno pronti ad intervenire nell’invasione.
Anticiperà questa azione uno squadrone di Black-Hawk modificati appunto per quest’operazione e provenienti, assieme all’agente Stewart, da Fort Bragg.
All’interno l’agente Stewart oltre una sua vecchia conoscenza ritrovata appunto in questa stranissima realtà riuscirà a stringere valide alleanze e a scoprire intrighi di vecchie conoscenze tra un tralazzo delle più disparate spie appartenenti o fuoruscite da vari gruppi d’Intelligence. Spie che per vistosi interessi economici o di potere si sono vendute o alleate a questo stato canaglia.
L’attacco allo stato è guidato dalla Stewart in un susseguirsi di colpi di scena, omicidi e delitti. In parallelo a tutto questo, si svolgeranno le azioni di guerra atte a sottomettere e distruggere, ove possibile, l’organizzazione di questo stato. Saranno coinvolte in questa dinamica tutta la potenza di fuoco, aerea e di terra gestita e imbarcata sulla portaerei USS Harry Truman.
Lo svolgersi delle azioni, tra attori agenti sugli ultimi avvenimenti riserverà degli sviluppi imprevisti e impensati.
Alla fine lo stato sarà dichiarato fuorilegge e i suoi principali artefici che lo costituirono quindici anni prima, condannati in contumacia, post-mortem o uccisi.
Intanto però, in parallelo a tutto questo, qualcuno s’irriderà dell’onestà di tutti quelli che, a rischio della propria vita, hanno condotto tale azione e troverà il sistema di eclissarsi in un mondo ricchissimo economicamente ma anche aridamente privo d’ideali.
Una spy-story ad altissimo tasso di adrenalina, un concentrato di azione da togliere il respiro, articolato e intrecciato tra numerosi personaggi che per mantenere fede ai propri ideali sfidano la morte mentre altri in una «ARITMIA» infinita si propongono sull’altare dell’eroismo e del Dio denaro.
ARITMIA è il terzo libro della trilogia
Renzo Ducati, è nato a Trento nel 1933. Ingegnere ad indirizzo fisico-nucleare, industriale e della gestione aziendale. Sessanta’anni di professione, come manager, successivamente consulente e docente relativamente all’organizzazione del business industriale tout-court. Cavaliere degli Stati Uniti d’America per meriti d’Impresa e italiano al merito della Repubblica. Ex ufficiale pilota.
Tra i Progetti più significativi: il Tacis Project per la Russia, il Nafta Project, per USA, Canada e Messico. Ha lavorato in supporto o presso importanti gruppi e aziende nei cinque continenti collaborando a molti progetti industriali nati sotto l’egida dell’ONU, della CEE o di altri grossi gruppi nazionali e internazionali. È socio certificato ICMCI europeo e americano della UNPAA di Washington per gli USA.
Al doppiaggio dei suoi 80 anni decide di chiudere con la professione che l’ha portato, con eccellenza, nelle industrie di tutto il mondo per darsi alla scrittura che dovrebbe rappresentare, il suo terzo stadio professionale.
Pubblica, nel dicembre del 2013, la sua prima Spy-Story: «ALGORITMO» e nell’anno successivo «APNEA» che, assieme ad «ARITMIA» rappresenta il compimento di una trilogia dedicata all’attività dell’Agente Carol Stewart della CIA di Houston.
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