“Tutto passa, amica mia
passano i giorni, i mesi, gli anni
passano i chilometri e le nostalgie
passano sorrisi, abbracci e sputi
perlopiù senza lasciare tracce.
Tutto passa, vecchia mia
sbiadiscono i ricordi, si sbagliano le date
si cade sull’asfalto e poi ci si rialza
si svuotano i bicchieri e si stringono altre mani
a loro volta scordate dopo l’alba.
Qualcosa resta, amore mio
un cassetto di parole, qualche foto, le tue lettere
un biglietto del treno, i nostri riti e quelle stelle
Restano pagine già scritte e una promessa
Poco altro. E forse è nulla. Ma per me è tutto.”
Sono i fili di una complicità antica, quelli che Alice e Francesco si sorprendono a riannodare in una notte di neve. Ma quella notte sarà anche l’inizio di un pugno di settimane destinate a rimettere in discussione molte cose.
Alice e Francesco: due esistenze irrequiete che si sono incrociate di sfuggita in un passato ormai lontanissimo e che, a distanza di dodici anni, si ritrovano a guardarsi nuovamente negli occhi facendo i conti con il tempo che è passato, con le cose che sono cambiate, con ciò che è rimasto immutato e con le decisioni importanti verso cui la vita li sta inevitabilmente spingendo.
Un romanzo fragile e sincero che diventa quasi un doppio autoritratto in cui le schegge di malinconia al sapore di whisky di Francesco si innestano fra le riflessioni attente, i dubbi e i ricordi di Alice che, in una sorta di lunga lettera, mette a nudo la propria storia e il lato più intimo della propria anima.
Roberto Bonfanti, è nato in un sabato pomeriggio di fine giugno dell’anno in cui morirono Piero Ciampi, Henry Miller e Riccardo Mannerini. Ha pubblicato la raccolta di racconti “Tutto passa invano” (Uni Service, 2007) e i romanzi “L’uomo a pedali” (Falzea, 2009), “In fondo ai suoi occhi” (Falzea, 2010), “Suonando pezzi di vetro” (Edizioni del Faro, 2012) e “Alice” (Edizioni del Faro, 2015).
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