Paolo Avanzi ha scritto un thriller psicologico, o come lo definisce egli stesso, una fantabiografia, cioè una biografia immaginaria di come l’autore potrebbe essere ricordato fra ottanta o cent’anni. Con “Lo specchio infranto” Avanzi tenta di rispondere alla domanda “che cosa resterà delle mie opere, della mia eredità culturale, sia dei libri che dei dipinti?”
Partiamo dalla scheda del libro per poi proseguire con una chiacchierata con l’autore.
Il cinquantenne Ivano Paltesi ha deciso di iniziare una nuova vita. Ha lasciato la compagna e il lavoro da impiegato per scoprire chi è davvero, oltre gli schemi di un’esistenza piatta e anonima. E il momento giusto per liberare la sua creatività, rimasta a lungo repressa, e dedicarsi alla stesura di un romanzo. L’ispirazione non gli mancherà di certo, visto che può scrivere dalla nuova casa acquistata nei pressi del lago di Como: isolata, misteriosa, affascinante. Ne è rimasto colpito fin dal primo sopralluogo, quando uno specchio rotto all’ingresso gli ha restituito il riflesso della propria immagine frammentata. Tuttavia quella casa, una volta preso possesso, gli trasmette inquietudine. Percepisce strane presenze, scopre disegni suggestionanti, ritrova lo specchio intatto e poi di nuovo in frantumi. Disorientato ma curioso, Ivano Paltesi indaga sul vecchio proprietario della dimora, l’artista Paolo Avanzi, misteriosamente sparito insieme ai suoi quadri cinquant’anni prima, dopo un vernissage. Grazie alla collaborazione di un ex poliziotto e di un’amica pittrice di Avanzi, Ivano cercherà di far luce sulla scomparsa dell’artista. Così facendo ne ripercorrerà, come una postuma proiezione, la vita e le opere. Un cold case ambientato proprio nella casa dell’autore, che procede verso la sua inaspettata risoluzione.
Qual è stata l’ispirazione alla base di “Lo specchio infranto”? C’è un evento specifico o un’esperienza personale che ha scatenato la creazione di questa storia?
C’è stata, più che altro, una riflessione personale che mi ha portato a scrivere questo romanzo. Tutti noi siamo presi dal contingente, dall’esigenza di affrontare i tanti problemi quotidiani… il che spesso ci distoglie da una prospettiva più ampia su cosa siamo e cosa saremo. La nostra è una società appiattita sul presente, che ha smesso di interrogarsi sul passato e che non si interessa a sufficienza del futuro, nemmeno di quello che ci riguarda personalmente. Io ho tentato di proiettarmi sul futuro domandandomi che ne sarà di me quando non ci sarò più. E partendo dal futuro (quello ipotetico in cui si muove il protagonista) ho cercato di inoltrarmi nel passato, in ciò che resterà di me. Il romanzo si sviluppa su questi due binari, passato e futuro, per trovare una spiegazione ad un evento che ha del misterioso.
Cosa l’ha ispirato ad incorporare questi elementi paranormali e misteriosi nella trama e come hanno influito sullo sviluppo della storia?
Mi affascinano le storie in cui realtà e sogno si confondono. A ben vedere, è la stessa realtà spesso a sorprenderci e andare oltre la nostra immaginazione. Un pizzico di mistero in un romanzo serve a tenere alta la tensione. Però non bisogna esagerare con la fantasia, altrimenti la storia rischia di non essere più credibile. Nelle mie storie mi piace lasciare il lettore in uno stato di suspense dove più ipotesi sono possibili, immaginazione, suggestione o evento paranormale… Anche nella realtà noi ci interroghiamo su eventi inspiegabili che lasciano aperte tante possibili spiegazioni. Ciò non toglie che alla fine in una storia, per quanto incredibile sia, tutto deve tornare. E così è in questo romanzo.
Diceva che la storia si muove tra passato e presente. Come ha affrontato la struttura narrativa per far emergere la storia di Avanzi attraverso una sorta di postuma proiezione?
Il protagonista prende possesso della casa dove abitò Avanzi. Da qui parte la vicenda fatta di tanti flash su un lontano passato, intervallati dalla dura realtà che il protagonista deve affrontare (un nuovo lavoro da trovare, nuove complicate relazioni..). Il passato rappresenta non solo una vicenda su cui è necessario fare luce ma anche una dimensione vitale creativa a cui il protagonista vuole attingere per recuperare se stesso. La storia pencola quindi tra passato e presente in una doppia sfida tanto più impegnativa in quanto priva di certezze.
Perché ha scelto il lago di Como come sfondo per la storia? Qual è il ruolo dell’ambiente nella trama e nello sviluppo dei personaggi?
Conosco piuttosto bene la zona del lago di Como e della Valle Intelvi (in direzione del lago di Lugano) perché ho una casa da quelle parti. Anche il mio romanzo precedente (Il figlio smarrito) l’ho ambientato lì. E’ una zona che mi affascina. Saranno le ville liberty dei dintorni, le montagne o la profondità dello specchio d’acqua così vicino e impenetrabile al tempo stesso… il lago di Como sembra la cornice ideale per un thriller psicologico. La casa poi dove si svolge il romanzo esiste realmente ed è quella in cui trascorro diverse settimane d’estate e molti week end. Mi pareva interessante inserire un aggancio alla realtà in una storia che tende a sfumare nel sogno e nel mistero.
Lo specchio infranto sembra avere un ruolo simbolico significativo. Può condividere il motivo dietro questa scelta e come influisce sulla narrazione e sui personaggi?
Lo specchio infranto è una metafora della complessità della realtà che in questa vicenda, come in tante altre, appare disgregata e complessa. Per comprenderla bisogna mettere insieme le varie tessere, ed è quello che fa il protagonista per risolvere il cold case relativo alla scomparsa dell’artista. Questo specchio infranto è anche un oggetto fisico, nella fattispecie è quello che il protagonista si trova davanti nell’andito della casa e che lo induce a iniziare la sua ricerca. Ma lo specchio infranto è anche l’emblema del mio stile pittorico. Le mie opere sono infatti caratterizzate da una frammentazione e distorsione della figura che appare vista come riflessa da uno specchio rotto. E la visione dei dipinti, secondo questo stile, guiderà il protagonista nella sua indagine.
Il protagonista, Ivano Paltesi, abbandona la sua vita precedente per intraprendere una nuova strada. Come si evolve il suo personaggio nel corso della storia e come la sua ricerca di sé influisce sulla trama?
All’inizio quest’uomo è consapevole di ciò che non vuole fare più di quello che vuole fare. E’ stanco della solita routine, di un lavoro impiegatizio e di una relazione che non gli dicono più nulla. Vuole cambiare vita, fare l’artista, lo scrittore, ma non sa da dove cominciare. Sarà il contatto con le opere dell’artista scrittore, e la stessa vicenda in cui è coinvolto a indurlo a sviluppare le proprie risorse creative (rimaste a lungo sopite). In questo modo sarà costretto a mettersi davvero in gioco, un gioco più grande di lui.
Paolo Avanzi, l’artista misteriosamente scomparso, gioca un ruolo centrale nella trama. In che modo l’arte contribuisce alla narrazione e alla comprensione dei personaggi?
L’arte in questo romanzo gioca un ruolo importante trattandosi di un artista che scompare. E le tracce lasciate da questi nella casa guideranno il protagonista nella sua indagine. Lo stesso specchio infranto, come metafora e oggetto fisico, rappresenta l’elemento centrale in cui ruota tutto il romanzo. Potrei aggiungere che l’arte in questa storia non è un semplice elemento decorativo ma rappresenta la manifestazione visiva della persona scomparsa. Il protagonista (Ivano Paltesi) cerca di farsene un’idea proprio osservando i suoi dipinti.
Come ha affrontato la creazione di questa trama investigativa, e quali sfide ha incontrato?
Come nel mio romanzo precedente, anche in questo l’indagine si muove su due binari, uno di tipo investigativo e uno di taglio psicologico. In quello investigativo Ivano Paltesi si muove come un investigatore alla ricerca di indizi che lo portino a far luce sulla scomparsa dell’artista. E in questo viene aiutato da alcuni personaggi che lui incontra. Non meno importante però è la ricerca interiore che Paltesi compie per fare chiarezza su se stesso, sul proprio destino… Sono due percorsi paralleli ma non disgiunti tra loro.
C’è una collaborazione tra Ivano, un ex poliziotto e un’amica pittrice di Avanzi. Come ha sviluppato la dinamica tra questi personaggi e qual è il loro ruolo chiave nella risoluzione del mistero?
Il protagonista non ha l’esperienza né le competenze di un investigatore. Sarà un ex poliziotto a fornirgli gli strumenti tecnici per questa indagine. Un’impresa piuttosto complessa dato che si tratta di risalire ad un fatto successo cinquantanni prima e rimasto per molto tempo nell’oscurità.
La pittrice che lui incontra gli permetterà di comprendere la dimensione artistica di Avanzi, essenziale per comprendere diversi aspetti dell’intricata vicenda.
Qual è il messaggio o il tema principale che desidera trasmettere attraverso “Lo specchio infranto”? Ci sono elementi della storia che riflettono temi più ampi o universali?
Mi piacerebbe che la lettura di questo romanzo stimolasse una riflessione sul nostro futuro, su ciò che ne sarà di noi, su ciò che lasceremo ai nostri posteri. Io mi sono chiesto e continuo a chiedermi che ne sarà di quello che ho fatto finora (i miei scritti, i miei dipinti, ma non solo). Personalmente vorrei che una traccia di me potesse rimanere (indipendentemente dal fatto che esista una dimensione ultraterrena). E questo desiderio mi porta a dare il meglio di me, soprattutto ora che il tempo rimasto non è moltissimo. Come dicevo prima, viviamo in un mondo troppo appiattito sul presente e sul contingente. Magari portando oltre il nostro sguardo potremmo dare rilievo a cose meno futili e più importanti anche per le prossime generazioni.
Paolo Avanzi è nato a Rosolina (Rovigo) nel 1958. Risiede a Bresso (Milano). Laureato in Psicologia e master in Organizzazione. Per oltre trent’anni ha operato in società multinazionali di servizi come quadro aziendale e project manager.
In parallelo all’attività aziendale ha sviluppato competenze in vari ambiti artistici e culturali. Da una ventina d’anni Paolo Avanzi opera come artista. Ha realizzato centinaia di opere esposte in decine di mostre personali, collettive e fiere in Italia e all’estero.
Vedi sito www.avanzidicultura.com
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