Intervista a Fabio Barbonaglia

Intervista a Fabio Barbonaglia

Il potere della Congrega di Fabio Barbonaglia è il tanto atteso sequel di un testo che ha già conquistato i lettori con un’avvincente saga urban fantasy: Il dominio della Congrega, il mitico viaggio del giovane Cassian Larbon tra mondi contemporanei animati da straordinarie creature, antichi simbolismi e leggende secolari. Scambiamo piacevolmente due chiacchiere con l’autore.

Fabio Barbonaglia, da cosa nasce l’idea di una trilogia “Urban Fantasy”?
Sono un grande appassionato ed estimatore del genere fantasy fin dall’adolescenza. Sono un accanito lettore e da quasi trent’anni invento avventure per il mio gruppo di giochi di ruolo. I miei romanzi non potevano quindi che attingere a questo bagaglio di esperienza pregressa. Chiamiamola “deformazione passionale”. Ho però sempre pensato che una storia puramente fantasy, ambientata, per capirci, in un contesto inventato di sana pianta dall’autore, tenda ad agevolare chi scrive, perché deve avere solo una buona dose di fantasia, e a penalizzare chi legge, in quanto al lettore occorre di solito qualche capitolo per inquadrare l’ambientazione nel suo complesso. Scrivere “Urban fantasy” capovolge i ruoli. Un fantasy ambientato nella nostra epoca e nel nostro contesto sociale richiede all’autore anche una ricerca importante ma, nel contempo, consente al lettore di immergersi nel vivo della storia quasi dalle primissime pagine.

Quali autori le sono stati di ispirazione?
Il primo libro che ho letto è stato “Gli eredi di Shannara” di Terry Brooks e non posso negare che in un modo o nell’altro quella tetralogia abbia avuto un ruolo importante nella mia passione per il genere. Se il padre del fantasy è Tolkien, credo sia vero che, oltre alle saghe di Shannara, i romanzi di “Forgotten Realms” o l’epopea delle “Cronache di Dragonlance”, per esempio, ne siano la naturale evoluzione e siano stati i pilastri per gli appassionati, me compreso. Vorrei anche citare Dan Brown con i suoi “Angeli e Demoni” e “Il Codice Da Vinci” delle quali opere ho apprezzato particolarmente la perfetta simbiosi fra realtà e finzione e sicuramente “Le Cronache del ghiaccio e del fuoco” di Martin, da cui ho imparato che l’alternanza fra storie di personaggi diversi ad ogni capitolo crea un aggiuntivo senso di aspettativa alla suspense della storia raccontata, che, a mio modo di vedere, è un bel valore aggiunto.

Chi è il protagonista della storia?
I personaggi che concorrono allo sviluppo degli eventi sono diversi ma dovendo individuare un protagonista fra gli altri, allora sicuramente si tratta di Cassian Larbon, un giovane impacciato che nel primo libro della trilogia, Il Dominio della Congrega, è stato trascinato suo malgrado in un mondo abilmente celato alla vista della società comune. Cassian ha dovuto crescere in fretta, gli eventi lo hanno messo alla prova ma lui, non senza qualche aiuto e con qualche cicatrice sul corpo e nello spirito, è riuscito a evolvere per farvi fronte. Sono molto affezionato a questo ragazzo.

Cos’è la Congrega e che ruolo svolge?
La fisica spesso ci insegna che una differenza di potenziale tra poli opposti genera un’energia. Se i poli in questione sono bene e male allora l’energia in questione si chiama “energia cosmica”. Nell’antica filosofia cinese si parlerebbe di Yin e di Yang che tradotti approssimativamente potrebbero significare “il lato soleggiato della collina” e il suo lato in ombra. Possiamo pensare che l’intero universo in qualche modo sia immerso in questo tipo di energia e che essa si manifesti in maniera più evidente in alcune zone geografiche particolari piuttosto che altre. Persino il corpo umano genera energia cosmica ma solo alcuni individui al mondo nascono con la capacità di sentirla e di poterla usare. Nel corso della storia dell’uomo questi individui, nati diversi, si sono mimetizzati cercando di nascondere i propri talenti, per non essere perseguitati, torturati o uccisi, fino a quando, alcuni di loro hanno deciso di allearsi creando una comunità di persone particolari, che con il trascorrere dei secoli è cresciuta a dismisura. Una società autonoma, indipendente, potente che ha le sue regole e padroneggia l’energia cosmica. La “Congrega” ha sempre agito nell’ombra ma con decisione per proteggere se stessa e tutti coloro che nascono con la capacità di utilizzare tale energia cosmica.

Come si manifesta questa “energia cosmica”?
L’energia prende forme diverse in individui diversi. Alcuni nascono con la capacità di trasformare l’energia grezza in forza bruta e questo li rende forti e veloci. Nell’ambito della Congrega costoro sono chiamati “mastri di spada”; sono guerrieri che utilizzano armi bianche in battaglia, troppo abili e veloci per poter essere affrontati con armi da fuoco. Altri invece accarezzano e plasmano l’energia attraverso particolari pratiche, a cui si dà il nome di “incantesimi”, per cui rientrano nella categoria dei maghi. Esistono numerose “classi”, oltre al mastro di spada e al mago ma proprio a causa della peculiarità specifica di ognuna di esse, non è possibile possedere abilità trasversali; in altri termini non si registrano finora negli annali della Congrega, membri che fossero sia mago sia mastro di spada. È possibile però che alcuni nascano con abilità aggiuntive alla classe di appartenenza, solitamente per retaggio genetico dovuto alla famiglia. Per esempio, le cronache riportano fra gli altri di John James Barrett, il grassatore britannico che possedeva il dono di teletrasportare piccoli oggetti, di solito monete che provenivano dalle tasche altrui; si racconta di Christophorus Shulze, detto il lanzichenecco, in grado di paralizzare temporaneamente l’avversario con il tocco delle mani, e della bellissima Amira Ben Sinas, che ammaliava gli uomini con la sua voce angelica, cantando durante il duello.

Alcune metropoli svolgono un ruolo fondamentale nel racconto. Quale?
Secondo alcune credenze esoteriche, esiste un triangolo immaginario, tracciabile su un planisfero che unisce tre città legate da oscuri misteri. Viene chiamato triangolo della magia nera o anche triangolo del diavolo, il quale collega virtualmente le città di Torino, Londra e San Francisco poste sui vertici. In contrapposizione esiste anche un triangolo della magia bianca sui cui vertici sono invece situate le città di Torino, Praga e Lione. Colpisce immediatamente il paradosso che Torino compaia in entrambi i triangoli per cui, tenendo presente che l’energia cosmica nasce dalla differenza di potenziale tra bene e male, allora risulta subito chiaro il perché la Congrega abbia individuato la propria capitale nel capoluogo piemontese, o meglio, al di sotto di esso. Avendo a disposizione l’energia cosmica generata addirittura su scala planetaria, è possibile provare a immaginare quali magnifiche meraviglie abbia potuto realizzare quindi la Congrega nel costruire la città magica per eccellenza.

Lo scorso anno è uscito nelle librerie il primo libro “Il dominio della Congrega”. In che modo il sequel “Il potere della Congrega” rende la trama più appassionante?
“Il Potere della Congrega” è la prosecuzione della storia nata con “il Dominio della Congrega”, che si concluderà con il terzo e ultimo romanzo della trilogia intitolato “Il Destino della Congrega”. Nel primo volume della serie abbiamo conosciuto i personaggi, i loro obiettivi e le loro disavventure assistendo alla nascita di un evento i cui contorni non sono però stati definiti. Alla fine del libro Cassian e Justine scoprono la misteriosa profezia, protetta con la vita da Padre Garrison; un codice che però non è stato decifrato. Nel secondo libro, i significati nascosti di questa profezia saranno chiariti almeno per buona parte, ma saranno proprio questi contenuti, che una volta svelati, daranno inizio ad una nuova fase della trama.

Quanto è importante in questo secondo libro l’elemento “suspense”?
In qualità di accanito lettore ho sempre ritenuto che una buona storia debba incentivare chi legge a saperne di più. Penso che la curiosità di sapere come prosegue sia uno degli elementi chiave per catturare l’attenzione e l’immaginario di chi legge. Per raggiungere questo obiettivo, l’elemento “suspense” è di primaria importanza. Certamente i misteri da svelare e i colpi di scena danno un contributo rilevante nel raggiungere questo scopo, ma più di ogni altro, credo sia quello che in gergo viene chiamato “Effetto Cliffhanger” a tenere il libro ben saldo fra le mani del lettore e l’intera storia ne fa ampio uso non solo tra un libro e l’altro ma anche tra un capitolo e l’altro dello stesso romanzo. Diventa uno stile personale, un modo di scrivere, per cui è inevitabile riscontrare suspense in tutta la trilogia e non solo nel secondo libro.

Quanto il lato umano è presente nella trilogia?
I personaggi della storia hanno un loro vissuto che in un modo o nell’altro ne ha determinato il carattere o il modo di agire in talune circostanze. I loro pensieri, i loro sentimenti, le loro emozioni sono parte integrante del processo narrativo e non penso avrebbe potuto essere altrimenti. Immagino che per ognuno di loro, in qualche modo, io abbia attinto alle mie esperienze personali e forse proprio per questo mi sono appassionato così tanto nello scrivere il manoscritto.  Posso solo augurare al lettore di entusiasmarsi al racconto tanto quanto io ho fatto nello scriverlo.

Ci può svelare qualcosa de “Il destino della Congrega”, terzo e ultimo tomo della trilogia? E quando è prevista la sua uscita?
Il manoscritto del romanzo conclusivo è già terminato ma necessita ancora di un importante lavoro di editing per cui, indicativamente, prevedo di pubblicarlo nel secondo semestre del 2024. A fronte dei primi due libri sono rimasti diversi quesiti senza risposta e numerosi tasselli che dovranno infine incastrarsi nel giusto posto, ma oltre a questo, Il Destino della Congrega fornirà anche nuove interpretazioni alla storia, introdurrà nuovi personaggi e nuove situazioni che avranno un ruolo cruciale nello sviluppo degli eventi. Ad ogni buon conto posso confermare che la trama avrà una sua conclusione e che non ci saranno sospesi in vista di nuove trilogie.

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